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Ferrovia abbandonata Rivarolo – Castellamonte

Posted on 14/02/202014/02/2020 by Alberto Bracco

Ho realizzato un reportage di questa ferrovia già molti anni fa, ma penso che scrivere un articolo sia la cosa migliore, perché sono sicuro che tra molti di voi ci siano tanti appassionati di ferrovie, oltre che nostalgici, o più semplicemente curiosi, con la voglia di scoprire piccoli tasselli del nostro passato ferroviario.

La ferrovia Rivarolo – Castellamonte appartiene obbligatoriamente al passato, perchè le tracce della sue esistenza sono sempre meno presenti, la maggior parte delle persone quasi non la ricorda più. Non si trattava d’una linea particolarmente lunga, appena poco più di 7 chilometri (per l’esattezza 7,172 km) che permettevano un collegamento diretto tra due importanti comuni del Canavese (tre per l’esattezza), velocizzando notevolmente gli spostamenti di merci e persone.

Questa ferrovia venne costruita quando ancora non esisteva il concetto d’automobile. Era il 1887, un periodo storico predisposto a grandi e significativi cambiamenti. All’epoca c’era un grande bisogno di garantire facili spostamenti tra le città, in quanto non esistevano tanti mezzi per muoversi.

La stazione di Rivarolo Canavese.

Era il periodo storico del boom dei mezzi pubblici. Questa ferrovia veniva inizialmente utilizzata principalmente dai primi pendolari dell’epoca industriale torinese, garantiva un più semplice spostamento a Rivarolo (città che nel giro di pochi anni avrebbe inaugurato un grande sviluppo industriale) e naturalmente dava anche la possibilità di spostarsi verso Settimo Torinese e Torino. Tra le varie curiosità: in principio c’era l’ipotesi di un futuro prolungamento della linea, probabilmente verso Ivrea, ma quest’ipotesi non venne portata a compimento.

L’inaugurazione avvenne il 25 luglio 1887, alla presenza delle più alte cariche del territorio. La suddetta ferrovia venne fortemente voluta dalle amministrazioni comunali di Castellamonte, collegamento che finalmente eliminava l’isolamento che soffriva il paese all’epoca. C’è da considerare che un collegamento ferroviario garantiva anche un forte sviluppo industriale, anche perché la ferrovia era l’unico mezzo possibile per lo spostamento delle merci. La concessione della linea fu affidata alla società Ferrovia Centrale e tranvie del Canavese (FCC).

Ad eccezione per il periodo iniziale, dopo il secondo dopoguerra iniziò ad essere chiaro che questa linea non garantiva alcun introito economico. Addirittura era un vero problema per il bilancio, in quanto i costi erano enormemente superiori alle entrate. Considerando la poca distanza del percorso, era evidente che con l’arrivo del trasporto su gomma questa ferrovia fosse ormai diventata obsoleta. Si iniziò concretamente a parlare d’una possibile chiusura della tratta nel 1967, ed in seguito anche negli anni ’70.

Nel corso degli anni la ferrovia ha cambiato qualche volta ditta di gestione (questo in seguito ai naturali mutamenti della gestione ferroviaria). Nel 1933 la società di gestione mutò il nome in Ferrovie Torino Nord (FTN). Mentre nel 1959 subentrò la SATTI. Fu proprio sotto quest’ultimo esercente che vennero fuori le prime ipotesi concrete di chiusura. Tra gli anni ’70 ed ’80 iniziò un lungo periodo di lotta, una contrapposizione tra chi non voleva una chiusura della linea, ed altri che ne desideravano intensamente una sua chiusura. Non conosco interamente le dinamiche di quel periodo, per la motorizzazione civile la ferrovia era molto pericolosa, in quanto troppo vicina ad una tratta stradale molto trafficata.

La stazione di Ozegna in una foto inizio anni ’80.

Sono convinto che quello fu un giudizio pregiudicate. Sarebbe stato semplice aggiornare la ferrovia e renderla maggiormente sicura, ma il periodo delle ferrovie e delle tratte ferroviarie locali stava lentamente terminando, dagli anni ’80 il mondo entrava ufficialmente nell’era dei grandi spostamenti in automobile. Fu così che il 15 Aprile 1985 la linea venne ufficialmente soppressa, ed appena 5 anni dopo vennero avviati i lavori per il suo smantellamento. Serviva spazio per togliere i binari e fare una gigantesca strada. I tempi di questa ferrovia sono terminati. Era il 1990.

A sinistra Rivarolo negli anni ’60, al centro la piazza principale di Castellamonte (anni ’60) ed a destra una veduta anni ’70 di una via di Rivarolo.
Dettagli di uno dei ponti ferroviari rimasti a Rivarolo.

Quasi come concorde con l’uomo ci pensò la natura a togliere ogni tenue speranza. Nell’alluvione del 1993 venne spazzato via il vecchio ponte della ferrovia. Ad oggi cosa rimane di questa tratta? A Rivarolo sono ancora presenti tutti i binari originali, ed è anche presente l’unica galleria della tratta, lunga circa 150 metri, che passa direttamente sotto il parco pubblico del Castello di Malgrà! Pochissimi sanno che sotto questo parco c’è ancora questa galleria, che è ancora in perfette condizioni fisiche.

Un antica foto di Rivarolo nel giorno del mercato.

Altre tracce delle ferrovia si trovano accanto alla strada che va verso Castellamonte, con alcune tracce ancora presenti sotto la vegetazione (in alcuni punti sono ancora presenti i binari). Per quanto riguarda la stazione di Ozegna: oggi è una casa privata. La stazione di Castellamonte è invece ancora operativo il bar, mentre il resto della struttura risulta murato ed in stato d’abbandono o parziale utilizzo.

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  • 2 thoughts on “Ferrovia abbandonata Rivarolo – Castellamonte”

    1. Mario Vacca ha detto:
      14/02/2020 alle 15:58

      Molto bello. Grazie Sig. Bracco per alcune notizie a me nuove. Nonostante io abbia lavorato per quasi 40 anni nella Ferrovia.

    2. Raffaele Marrano ha detto:
      17/12/2020 alle 11:57

      Complimenti molto bello è interessante rivedere le cose del passato che hanno fatto la storia del nostro paese

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