Menu
Albyphoto
  • Home
  • Servizi Foto/Video
  • Lista articoli
  • Chi Sono
  • Contattami
  • Video
  • Fotografie
Albyphoto

Il museo dell’Oro e della Bessa – un ritorno ai tempi della Febbre dell’oro!

Posted on 09/10/201909/10/2019 by Alberto Bracco

Nell’immaginario collettivo siamo abituati a pensare che la ricerca dell’oro si faccia con un piccone, il fiuto del cercatore, qualche escursione in posti impervi e lontani dalla civiltà. Si tratta d’un immagine pittoresca, nata quasi sicuramente dai molti libri e racconti della fine dell’800, dai film del secolo scorso e persino dall’iconografia immaginaria di Paperon De Paperoni nei fumetti di Topolino.

Per capire cosa significa essere un cercatore d’oro, per immedesimarsi nella parti e scoprire alcuni dei loro segreti, in Piemonte, per la precisione in provincia di Biella, c’è un bellissimo ed interessante museo dedicato all’oro: Il Museo dell’Oro e della Bessa. Questo museo nasce con l’intento di far scoprire le strumentazioni e le tecniche utilizzate per la raccolta del prezioso metallo, ma non solo, nel museo viene anche affrontato l’argomento dal punto di vista storico e territoriale, iniziando dai Celti, romani, medioevo… fino ad arrivare ai tempi moderni.

L’esterno del Museo dell’Oro.

L’estrazione dell’oro in questo territorio ha avuto per secoli una grande importanza. Il Parco dell Bessa è la più grande miniera d’oro a cielo aperto presente in Italia, e forse addirittura la più estesa in Europa. In genere il Piemonte e la Valle d’Aosta sono le due regioni dell’oro, in quanto esso è presente in filoni presso il Monte Rosa e nelle rocce del gruppo di Voltri. L’oro normalmente è “estraibile” dall’acqua dei torrenti, che andando a contatto (a monte) con questi filoni d’oro, piccole tracce di questo metallo vengono trascinati dall’acqua. Ma l’oro è anche presente in particolari minerali, esistono quindi differenti tecniche per la sua estrazione.

Nel museo ci sono innumerevoli rappresentazioni realistiche e dettagliate sulle varie tecniche per l’estrazione dell’oro.

Nella Riserva Naturale Speciale della Bessa l’estrazione iniziò già in tempi molto antichi. Non si hanno reali notizie relative alle prime estrazioni, circa 12.000 anni fa nel luogo dove oggi c’è questo parco era presente un grande ghiacciaio morenico, ultimo rimasuglio dell’ultima glaciazione. Con la fine della glaciazione il ghiacciaio è scomparso, lasciandoci in eredità un ambiente unico al mondo. E’ molto probabile che furono i Celti ad estrarre per primi l’oro da questo luogo. I Celti, contrariamente a come si può pensare, erano un popolo tecnologicamente molto evoluto, con una cultura artistica molto raffinata e conoscenze tecniche avanzate. Sappiamo poco della loro cultura, perché quasi tutto quello che sappiamo su di loro è stato scritto dai Romani. I Celti avevano comunque le conoscenze e la tecnologia per estrarre oro; per i Celti aveva forse anche un significato religioso, perché già in epoche antiche e preistoriche l’oro era considerato come il “metallo del Sole”, ha pertanto avuto da sempre un significato spirituale e simbolico molto importante.

Antichi reperti di strumenti utilizzati per l’estrazione dell’oro.

Ma è con l’arrivo dei romani che questo luogo prenderà l’aspetto odierno. Il Museo si trova proprio a pochi passi da quest’ambiente surreale ed unico. Qui ai tempi dell’antica Roma c’era la più grande miniera d’oro d’Europa. Tutto iniziò nel 140 a.C. quando la zona venne conquistata (con la perdita di molte vite umane, Legionari e nativi del luogo) da Appio Claudio Pulcro. Questa miniera fu un grande affare all’epoca, vennero impiegati più di 5000 operai per l’estrazione dell’oro, un numero enorme di lavoratori, che nel giro d’una decina di anni stravolgerà l’ambiente naturale del territorio. I cumuli di pietre ancora oggi presenti sono stati realizzati dagli stessi operai romani, che disposero pazientemente questi ciottoli per farsi spazio nella ricerca del prezioso metallo. I lavoratori erano in parte persone del luogo, ma è facile pensare che la maggior parte dei lavoratori erano schiavi al soldo di uomini potenti. La miniera e l’estrazione avveniva in condizioni estreme, con il rischio d’essere morsi da vipere, senza contare che si lavorava anche sotto il sole cocente dell’estate. Questa zona ha la caratteristica d’essere particolarmente calda per via della conformazione del terreno, in estate la temperatura raggiunge facilmente i 40°C, mentre in inverno la neve si scioglie quasi immediatamente. Non sappiamo quanti uomini morirono durante l’estrazione dell’oro in questa miniera, è una delle tante parentesi che la storia ha voluto dimenticare.

I cumuli di pietre lasciate dai romani. Ma i reperti ed i segni del loro passaggio sono innumerevoli ed in parte ancora da scoprire.

L’attività aurifera nella Bessa ha continuato anche nei secoli e millenni successivi, anche se la grande estrazione dei romani si concluse dopo appena una cinquantina d’anni, forse l’impresa non si rivelò così redditizia. Ma la miniera non è ancora esaurita, malgrado dopo la fine del secondo dopoguerra l’estrazione sia quasi del tutto scomparsa, tutt’oggi esistono innumerevoli appassionati che ancora effettuato ricerche e valorizzano questa interessante passione.

Uno dei tanti reperti storici conservati nel museo.

Il compito di questo museo risiede proprio in questo compito. L’idea d’un museo nacque nel 1985, quando un gruppo d’appassionati decide di mettere insieme strumenti, testimonianze e tecniche organizzandosi successivamente nell’Associazione Biellese Cercatori d’oro. Pensate che qui nella Bessa viene organizzato l’unico Campionato Mondiale Cercatori d’Oro!

Una delle strade all’interno del Parco della Bessa. Un ambiente unico al mondo.

Consiglio vivamente di visitare questo museo, io personalmente ho avuto modo di vederlo grazie alla gentilezza ed alla disponibilità d’uno dei gestori del Museo, che incontrato per caso mi ha aperto le porte anche in un giorno in cui il museo sarebbe dovuto rimanere chiuso. Il Museo è normalmente aperto domenica dalle 14:30 alle 18:30, ma scrivendo o contattando il gestore è forse possibile accordarsi per visite in altri giorni della settimana. La visita è gratuita, ma sono ovviamente gradite donazioni (e questo non lo scrivo per pubblicità, ma per sincera ammirazione). Il museo si trova qui: Via Luciano Debernardi, 50, 13888 Vermogno BI – Non mi resta che augurarvi una buona ricerca!

Un dettaglio del museo.

Video:

Ho realizzato un piccolo video all’interno del Parco della Bessa, ma non sarà l’unico documento che realizzerò. Il Parco è gigantesco, ed ha ancora molti segreti e storie da raccontare!

Altre foto:

La chiesa davanti al museo.
Il museo si sviluppa su tre piani.
Documenti storici molto interessanti. Chi ama il passato amerà osservare tutto questo!
La strada che conduce verso il museo. Anche la frazione di Vermogno è molto bella ed interessante. Questa via è rimasta identica a più di 150 anni fa!
Dettagli antichi nella frazione di Vermogno. Sembra di tornare ai tempi del Far West!
  • Biella
  • Celti
  • medioevo
  • naturale
  • parco
  • Lascia un commento Annulla risposta

    Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

    Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

    Cerca nel sito:

    Social:

    Il mio canale:

    Categorie

    © 2010 - 2019 - Alberto Bracco - Immagini e testi coperti da Copyright - I contenuti pubblicitari nel sito sono gestiti da Google | Informativa estesa sull'utilizzo dei Cookie |▲ Inizio Pagina
    Albyphoto.it v. 3.6
    ©2019 Albyphoto | Powered by WordPress & Superb Themes