Così provai un nuovo tipo d’approccio e chiesi ai creatori di quest’articolo informazioni su come raggiungere questa meta. Mi risposero con cortesia, ma dietro quella cortesia si nascondeva qualcos’altro. Furono molto vaghi, dissero che non sapevano fornirmi delle coordinate GPS, affermarono che per chi non conosce il territorio è IMPOSSIBILE trovarla. Devo ammettere che quello che mi dissero mi diede molto fastidio, perché dubito fortemente che essi non potevano fornirmi anche solo un piccolo indizio. La verità è che probabilmente non volevano darmi delle indicazioni, forse per una strana ed assurda gelosia. Era l’anno 2015, per tutti gli anni successivi ho continuato a cercare la casa su Google Maps, senza successo.

Una persona normale molto probabilmente si sarebbe arresa, avrebbe ammesso l’impossibilità dell’impresa, ma io avevo ancora in mente la parola “impossibile”, concetto e parola che non ho mai lontanamente concepito. Così nell’estate del 2019 decisi finalmente di fare un piccola gira al parco della Bessa, senza l’obbiettivo di trovare questa casa, ma piuttosto per studiare il territorio. Fu così che incontrai un contadino della zona, che mi diede alcune indicazioni per raggiungere “una casa abbandonata“, da lui definita con il nome di “eco-mostro“. Questa sua definizione la trovai strana, in quanto dalle foto che avevo potuto vedere, la casa dell’eremita era un abitazione tutt’altro che mostruosa. Mi segnai comunque le sue indicazioni, ma senza iniziare la ricerca. Dedicai quel giorno ad un primo giro all’interno del parco, ammirando i mirabolanti cumuli di pietre, segno del passaggio di migliaia di schiavi dell’epoca romana, che per circa 50 anni cercarono l’oro (forse senza grande successo). Tra il 140 ed il 143 a.C. le legioni Romane di Appio Claudio conquistarono il territorio sconfiggendo le popolazioni Celte che abitavano queste terre da secoli. Negli anni successivi i romani sfruttarono questa miniera, finché non divenne evidente che esistevano miniere più redditizie in Gallia.

La natura di questo parco è molto strana, gli alberi crescono poco per via delle particolari caratteristiche del terreno, in estate non mancano le vipere, ed il parco s’estende per chilometri, uscire fuori dai sentieri può rivelarsi molto pericoloso. I sentieri sono tantissimi, ma sconsiglio di improvvisare percorsi alternativi, in quanto molti percorsi meno battuti tendono poi a scomparire, ed è quindi molto facile perdersi.

Quel primo giorno d’estate visitai anche il Museo dell’oro, imparando tantissimo di un argomento che prima non conoscevo minimamente. Ancora oggi sono molti i cercatori d’oro che si avventurano in questo parco. Ma io ero alla ricerca di qualcosa di molto diverso. Ero alla ricerca della casa dell’Eremita della Bessa.

La vera ricerca inizia in un giorno di Ottobre 2019, qualche mese dopo la mia prima visita nel parco. Sono andato con due amici, tutti consapevoli della difficoltà della nostra impresa. Giungiamo al parco in un caldo mattino autunnale, io avevo ancora in testa le parole del contadino. Seguimmo quindi le sue indicazioni, prendendo quindi il sentiero da lui indicato. Fu una camminata piacevole all’interno della selva che circonda le miniere d’oro del Parco. Anche all’interno di questa foresta è possibile osservare la stessa tipologia di pietre visibili all’interno del parco. Sono ciottoli di fiume, pietre formatesi dall’erosione d’un grosso ghiacciaio, esistito qui decine di migliaia d’anni fa, durante l’ultima glaciazione. Questa porzione di bosco è antica di secoli, ed i piccoli sentieri sono gli stessi utilizzati dai romani, dai Celti e forse anche da popoli precedenti. Stiamo letteralmente camminando in un territorio carico di storia e ricordi.

Purtroppo scopriamo ben presto che le indicazioni del contadino non erano corrette. Egli ci suggerì effettivamente una casa abbandonata, ma non era assolutamente quello che stavamo cercando, questa è effettivamente una casa che si può tranquillamente definire con un semplicissimo termine: “il mostro“. Questa casa venne costruita intorno agli anni ’70, a volerla fu un cantoniere che aveva lo strano desiderio di costruire un castello in questo bosco. L’idea non era cattiva, ma furono i materiali scelti, la strana forma dell’edificio e la scelta del luogo a rendere questa costruzione assolutamente brutta. Essa non venne mai completata, ed oggi rimangono questi resti abominevoli, segni d’un sogno malato, sbagliato fin dal principio. Per fortuna la natura lentamente cancellerà anche quest’abominio. Purtroppo per noi l’impresa a questo punto diventa quasi disperata.

Ma decidiamo di non arrenderci. Per continuare la nostra impresa decidiamo d’esplorare interamente il territorio, usciamo quindi dai sentieri ed iniziamo a percorrere il parco in totale libertà. Scopriamo cose bellissime… come i segni ancora tangibili di costrizioni di epoca romana, ma nulla che possa tornarci utile. Ci rendiamo anche conto che muoversi alla ceca è letteralmente impossibile, abbiamo quindi bisogno di restringere l’area della nostra ricerca. Sappiamo che la casa dell’eremita si trova nei pressi dell’unico canneto del parco, inoltre riusciamo (attraverso una vecchia mappa) a restringere l’area della nostra ricerca. E’ difficile spiegare come siamo riusciti a compiere quest’impresa, posso dirvi che una buona dose d’intuito e fortuna spesso porta a risultati sorprendenti.

Siamo arrivati alla casa quando tutto sembrava perduto, eravamo ad un passo dall’arrenderci, quando abbiamo trovato la capanna del bagno è stata un emozione unica, osservare il filo spinato ancora presente intorno al perimetro della casa è stato sorprendente, ma è stato ancora più incredibile trovare la casa: immersa completamente all’interno d’un canneto, sembra un abitazione proveniente direttamente da una fiaba, questo è forse il suo vero fascino.

L’interno dell’abitazione è semplice e spartano, la porta è aperta, all’interno c’è una piccola stufa, e non mancano i punti dove potersi sedere. Non c’era il letto, questo fa supporre che l’eremita non vivesse qui, o comunque passasse solo dei periodi all’interno di questa casa. La struttura ricorda vagamente le tipiche capanna africane, anche se è il bagno la struttura più simile a quel genere d’edifici. E’ anche presente un pozzo, dove sul fondo è possibile notare ancora l’acqua. E’ sorprendente che una persona possa aver avuto la forza di costruire in un posto simile, l’edificazione di questa casa dev’essere avvenuta in un periodo lungo almeno due decenni, penso che la costruzione sia iniziata negli anni ’60 e sia stata terminata negli anni ’80. Sono anche convinto che l’eremita sia morto soltanto nei primi anni 2000, e quindi l’abbandono della struttura non sia avvenuto moltissimi anni fa.

Chi era l’eremita? Non lo sappiamo. Possiamo osservare che era una persona molto in gamba, con notevoli capacità costruttive e gestionali. Era anche un uomo creativo, con un grande senso artistico. Forse egli era alla ricerca di qualcosa di molto più prezioso dell’oro: la ricerca di se stesso. Forse condivideva il tempo anche con alcuni cani, questo per la presenza d’una strana cuccia all’esterno della casa. Forse non amava gli intrusi, questo si può notare dalla presenza d’un cartello di proprietà privata ed il filo spinato, ma dubito che qualcuno possa raggiungere casualmente questa casa, impossibile da trovare casualmente.
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Altre foto:




Grazie per questa bellissima testimonianza . Questo è stato per me un viaggio indietro nel tempo, esattamente agli anni della mia infanzia, vissuta proprio nelle zone vicine a questo magico e antichissimo parco della Bessa.
Proprio in questo luogo ricco di mistero, durante gli anni delle elementari, la nostra maestra, con tutta la classe, ci aveva portato a visitare questa fantastica casetta. Anche mio nonno me ne parlava spesso, raccontandomi di un fantomatico artista che l’aveva costruita.
Durante quella indimenticabile gita, avvenuta circa nel 1984, mi ricordo anche dei fiori, delle piante molto ben curate.
Non dimenticherò mai quei luoghi davvero magici e ricchi di storia che hanno fatto parte integrante della mia vita.