Siamo tra le colline di Asti, una zona dove il colore verde si perde tra le belle viti delle colline, ed i colori della natura sono un tutt’uno con i paesi della zona. La chiesa in questione si trova oggigiorno isolata sulla cima d’una collina: il “Bric San Nazario“. Ciò che più colpisce a prima vista di questa chiesa è il suo stile architettonico puramente romanico, ed un metodo di costruzione medievale assolutamente tipico della zona dell’astigiano e del Monferrato. L’uso dell’arenaria e dei mattoni sono infatti una caratteristica proprio di questo territorio, questa è la Chiesa dei Santi Nazario e Celso nel comune di Montechiaro d’Asti.

Sorprende il campanile che sovrasta l’intera collina, anticamente doveva non solo servire per rendersi visibile da molto distante, ma quasi certamente anche come punto di guarda per controllare il territorio circostante. La costruzione della chiesa risale intorno al 1130, essa venne probabilmente edificata sopra ad un preesistente edificio religioso, una semplice chiesa in legno con tetto in paglia, chiese molto diffuse prima dell’anno 1000, ma che purtroppo non erano concepite per durare nei secoli. Quest’edificio invece fu senz’altro frutto di qualche donazione o lascito, perché all’epoca dev’essere costato parecchio, sia in termini economici che di manodopera.

Purtroppo non si conoscono i nomi dei costruttori e del prete che s’insidiò all’inizio della sua fondazione, se però avessimo una macchina del tempo e tornassimo in quel periodo storico, scopriremo che la chiesa all’epoca non era un edificio solitario, ma era circondato da numerose case; essa infatti era la chiesa dell’ormai scomparso paese di Mairano. Non si hanno molte informazioni su quest’insediamento, esso era con molta probabilità composto da un centinaio di case che si sviluppavano tutt’intorno alla chiesa, fino ad occupare gran parte della porzione della collina. L’attuale configurazione della strada è probabilmente un rimasuglio della via principale che scorreva al centro di quest’antico tessuto urbano.

Sappiamo anche che Mairano non era un luogo sicuro, e probabilmente era un insediamento privo di fortificazioni (e se c’erano erano molto semplici). Non sappiamo nemmeno quando esso sia stato fondato, l’unica certezza risiede nella sua decadenza, che avvenne tra il 1200 ed 1300. Non si hanno vere notizie storiche, siamo però a conoscenza che gli abitanti furono costretti a lasciare le proprie case ed a fuggire attorno alle mura del castello di Montichiaro. Forse avvenne un feroce attacco da parte di qualche esercito nemico. Dev’essere successo qualcosa di terribile, perché a partire da un anno imprecisato del 1200 il paese divenne un vero e proprio fantasma. Le case in legno marcirono (o vennero usate come legna da ardere), le abitazioni in pietra divennero ruderi, finché lo scorrere del tempo ha fatto il suo corso, facendo scomparire le ultime tracce del paese. L’unico rimasuglio di Mairano è questa chiesa, che venne anch’essa abbandonata in quel periodo.

Essa però non venne mai dimenticata, per qualche ragione rimase sempre in piedi. E’ possibile che qualcuno occasionalmente vi celebrasse messa, forse persino matrimoni “segreti”. Sopra i muri ci sono le tracce di “urbex” antichi, persone del 1500, altre del ‘600, altre ancora del 1700. Tutti forse incuriositi da questa bella chiesa sempre più decadente. Ci sono incisioni di cavalli probabilmente realizzate prima del 1400 ancora perfettamente visibili. Scritte ed iniziali di nomi che appartengono a visitatori giunti qui ormai secoli fa.
Sappiamo che all’inizio del 1800 la chiesa era in condizioni molto critiche, finché nel 1847 vennero avviati del lavori di ripristino, che furono terminati solo nel 1849. All’epoca il tetto della chiesa era prossimo al crollo, ed è sorprendente che essa non fosse già un rudere dopo tanti secoli di abbandono. C’è comunque da considerare che questi lavori di restauro modificarono pesantemente l’edificio e di fatto alcune sezioni vennero completamente rifatte. Pare addirittura che l’attuale edificio risulterebbe più piccolo rispetto all’originale e quindi essenzialmente sia molto diverso rispetto a come poteva apparire nel medioevo. Resta però una testimonianza storica interessante, e quei graffiti sulle mura della chiesa sono una curiosa testimonianza di come anche in passato “l’esplorazione urbana” e e l’interesse per l’abbandono in qualche maniera esisteva già.



Bravissimo. Che storia incredibile poche sono le chiese abbandonate da così tanto tempo che poi vengono restaurate e recuperate