L’ospedale dei Bambini abbandonato di Orio Canavese

L’ospedale dei Bambini abbandonato di Orio Canavese

11/03/2023 3 Di Albyphoto

Tra il rumore delle foglie mosse dal vento, percorrendo un vecchio viale circondato da alberi antichi, andiamo a scoprire tutti i segreti di quello che non è semplicemente un ex ospedale infantile, ma un edificio storico perduto, che racchiude dentro di se il peso di molti secoli. Siamo per l’esattezza ad Orio Canavese, in Piemonte, sulla collina che sovrasta il borgo, in una foresta incantata d’alberi secolari.

L’edificio è posto in una posizione molto isolata, a 430 metri dal livello del mare, coprendo un territorio di circa 30 ettari, il parco è tutt’ora d’una bellezza assoluta, in quanto sono tutt’ora presenti alberi molto rari: due enormi faggi rossi, un cedro del Libano, tigli, pini secolari e molto altro.

La struttura vista dall’alto.

All’ingresso è ancora presente la piccola portineria che accoglieva i visitatori del vecchio ospedale. In realtà “ospedale” non è la definizione corretta, era specificatamente un preventorio e dispensario. La sua storia è molto complessa, prima di essere struttura sanitaria, fu per secoli un palazzo nobiliare ed in origine addirittura castello medievale. L’edificio ha un aspetto molto diverso dalle sue origini. La facciata frontale è d’impronta puramente fascista, essendo stata aggiunta nel 1928, quando la struttura venne modificata per motivi sanitari. La parte retrostante è invece quel che resta di un palazzo nobiliare seicentesco.

La facciata ha quindi un aspetto più asettico, sanitario, rompendo quella che doveva essere l’armonia architettonica originaria. Negli anni ’20 del ‘900 venne appunto trasformato come dispensario farmaceutico per la cura di malattie respiratorie. Un dispensario è tecnicamente un istituzione di pubblica assistenza medico gratuita, in questo caso il dispensario era destinato a bambini e ragazzi con varie patologie, che necessitavano cure e trattamenti piuttosto lunghi, e che non potevano per varie ragioni rimanere a casa con la propria famiglia.

Ci sono stati bambini che hanno passato anche diversi anni qui dentro, anche se normalmente vi rimanevano non più di qualche mese. Era (almeno inizialmente) gestito in grossa parte da religiosi, c’erano le suore che si occupavano dei bambini, e potevano essere ricoverati fanciulli da 1 a 14 anni d’età.

Fotografia d’epoca di alcuni bambini che sono stati ricoverati dentro l’ex preventorio.

Di notevole interesse le zone interne che hanno mantenuto decorazioni e particolare relativi a quando la struttura era un palazzo nobiliare. In particolare trovo interessante la galleria interna, che purtroppo è stata in grossa parte rovinata da orribili modifiche strutturali effettuate negli anni ’80, che hanno deturpato l’aspetto originario. La differenza abissale tra passato e presente è forse l’elemento più spaventoso. Solo la follia poteva spingere qualcuno a rovinare un palazzo di tale bellezza.

La galleria interna del palazzo quando non era ancora abbandonata.

Il palazzo venne costruito dalla Madama Reale Cristina di Borbone, verso la metà del 1600, che divenne poi successivamente Signoria dei Marchesi di Birago. Sono state innumerevoli le famiglie che si sono passate il palazzo come un testimone. Succedettero: I Lesiona, poi i Granari di Mercenasco, poi una distinta famiglia di origine francese (Compans di Brichanteau), che nel 1833 cedette il feudo ai Sallier de la Tour. E’ con questa famiglia che il palazzo diventerà ancor più importante. Il conte Vittorio Sallier marchese di Cordon, incaricò l’architetto Ernesto Melano di Pinerolo, della corte sabauda di Torino (uno dei capifila italiani dell’arte neogotica del XIX secolo) d’aggiungere una nuova ala nel palazzo. Fu così che per circa un secolo il castello continuò ad essere abitato dai marchesi , anche grazie alla cura da parte della contessa Marta Sallier. Il barone de La Tour si impegnò anche nella coltivazione di vigneti, che purtroppo sono del tutto scomparsi per via della selvaggia vegetazione cresciuta in tanti anni d’abbandono.

Di grande pregio la cappella posta al centro del complesso, è una cappella dal quale non sono riuscito a trovare informazioni di natura storica o artistica, è di sicuro stata in grossa parte restaurata nel secolo del 1800, ma è probabile che le sue origini siano seicentesche. La piccola chiesa è sempre stata il punto più importante, anche e soprattutto durante l’ultima destinazione d’uso come ospedale.

Dettagli della chiesa interna.

Nel 1949 ci fu un cambiamento molto importante, l’edificio sanitario passò dall’essere un semplice preventorio di convalescenza, per diventare ad un vero e proprio dispensario infantile. Venne dotato d’attrezzatura medica moderna, con la presenza di ben 160 posti letto. Visto la presenza d’un parco, e l’aria particolarmente salubre, il preventorio era specializzato nella cura di malattie polmonari, ci sono tutt’ora molti ex pazienti che ricordano anche con nostalgia i mesi passati qui dentro. Sono senz’altro mura che hanno visto tante vicende umane.

Misterioso dettaglio che si può vedere all’interno del salone centrale.

All’ultimo piano è ancora esistente la stanza dell’archivio con migliaia di documenti e cartelle cliniche dei piccoli pazienti che sono stati ricoverati nel dispensario. E’ di fatto la zona più pericolosa, e mentre sto scrivendo queste parole ci potrebbero essere stati ulteriori crolli.

Diminuiti fortemente il numero di ricoverati, nel 1979 l’amministrazione decise di far cessare l’attività, assumendo il personale in altre strutture della zona. Dopo il 1979 ci furono dei timidi tentativi di ripristino, ma di fatto da quell’anno l’edificio è stato letteralmente lasciato andare su se stesso. E’ alquanto difficile prevedere un suo recupero nel futuro.

Video:

Ho girato un video completo all’interno della struttura, che potete vedere direttamente da qui.