La casa dell’eremita nelle Terre Selvagge della Bessa

La casa dell’eremita nelle Terre Selvagge della Bessa

30/03/2024 0 Di Albyphoto

Quest’avventura inizia di fatto molti anni fa, quando per puro caso trovai un articolo che parlava appunto di questa fantomatica Casa dell’eremita. La prima cosa che decisi di fare fu di cercarla su Google Maps, ma fu un tentativo vano, oserei dire assurdo. Dato che trovare questa casa su Google Maps (o qualsiasi altra mappa esistente in rete) è letteralmente impossibile.


Così provai un nuovo tipo d’approccio e chiesi ai creatori di un articolo presente in rete informazioni su come raggiungere questa meta. Mi risposero con cortesia, ma dietro quella presunta gentilezza si nascondeva qualcos’altro. Furono molto vaghi, dissero che non sapevano fornirmi delle coordinate GPS, affermando che per chi non conosce il territorio era letteralmente IMPOSSIBILE trovarla. Devo ammettere che appena vidi la parola “impossibile” fui catturato dalla curiosità di trovare il posto. La verità è che probabilmente non volevano darmi delle indicazioni, forse per una strana ed assurda gelosia. Lo posso anche capire. Era l’anno 2015 e per tutti gli anni successivi fino al 2019 ho continuato a cercare la casa su Google Maps, senza successo.

Una persona normale molto probabilmente si sarebbe arresa, avrebbe ammesso l’impossibilità dell’impresa, ma io avevo ancora in mente la parola “impossibile”, concetto che in tutta la mia esistenza non ho mai lontanamente concepito. Così nell’estate del 2019 decisi finalmente di fare un piccola gita al parco della Bessa, senza l’obbiettivo di trovare la suddetta casa, ma piuttosto per studiare il territorio. Fu così che incontrai un contadino della zona, che mi diede alcune indicazioni per raggiungere “una casa abbandonata“, da lui definita con il termine di “eco-mostro“. Questa sua definizione la trovai strana, in quanto dalle foto che avevo potuto vedere, la casa dell’eremita era un abitazione tutt’altro che mostruosa. Mi segnai comunque le sue indicazioni, ma senza iniziare la ricerca. Dedicai quel giorno ad un primo giro all’interno del parco, ammirando i mirabolanti cumuli di pietre, segno del passaggio di migliaia di schiavi dell’epoca romana, che per circa 50 anni cercarono l’oro (forse senza grande successo). Era il periodo in tra il 140 ed il 143 a.C. quando le legioni Romane di Appio Claudio conquistarono il territorio sconfiggendo le popolazioni Celte che abitavano queste terre da secoli e conquistando anche il popolo locale dei Vittimuli. Negli anni successivi i romani sfruttarono questa miniera, fino alla chiusura per cercare l’oro in miniere più redditizie nel terriotorio della Gallia.

La natura di questo parco è molto strana, gli alberi crescono poco per via delle particolari caratteristiche del terrenoin estate non mancano le vipere, ed il parco si estende per molti chilometri, pertanto uscire fuori dai sentieri può rivelarsi molto pericoloso. I sentieri sono tantissimi, e sconsiglio d’improvvisare percorsi alternativi, in quanto molti sentieri meno battuti tendono poi a scomparire ed è quindi facile perdersi.

La vera ricerca inizia il 23 Ottobre 2019, qualche mese dopo la mia prima visita nel parco. Sono andato con due amicitutti consapevoli della difficoltà di ques’impresa. Giungiamo al parco in un caldo mattino autunnale, io avevo ancora in testa le parole del contadino. Seguimmo pertanto le sue indicazioni, prendendo il sentiero da lui indicato. Fu una camminata piacevole all’interno della selva che circonda le miniere d’oro del Parco. Anche all’interno di questa foresta è possibile osservare la stessa tipologia di pietre che estendono per chilometri. Sono ciottoli di fiume, pietre formatosi dall’erosione d’un grosso ghiacciaio, esistito decine di migliaia d’anni fa, durante l’ultima glaciazione. Questa porzione di bosco è antica di secoli, ed i piccoli sentieri sono gli stessi utilizzati dai romani, dai Celti e forse anche da popoli precedenti. Stiamo letteralmente camminando in un territorio carico di storia e ricordi.

Purtroppo scopriamo ben presto che le indicazioni del contadino non erano corrette. Egli ci suggerì effettivamente una casa abbandonata, ma non era assolutamente quello che stavamo cercando, questa è effettivamente una casa che si può tranquillamente definire con un semplicissimo termine:il mostro“. Questa casa venne costruita intorno agli anni ’70, a volerla fu un cantoniere che aveva lo strano desiderio di costruire un castello in questo bosco. L’idea non era cattiva, ma furono i materiali scelti, la strana forma dell’edificio e la scelta del luogo a rendere questa costruzione decisamente brutta. Essa non venne mai completata, ed oggi rimangono dei resti abominevoli, segni d’un sogno malato, sbagliato fin dal principio. Per fortuna la natura lentamente cancellerà quest’abominio. Purtroppo per noi l’impresa a questo punto diventa praticamente disperata.

Ma decidiamo di non arrenderci. Per continuare la nostra impresa decidiamo d’esplorare interamente il territoriousciamo quindi dai sentieri ed iniziamo a percorrere il parco in totale libertà. Scopriamo cose bellissime… come i segni ancora tangibili di costrizioni di epoca romana, ma nulla che possa tornarci utile. Ci rendiamo anche conto che muoversi alla cieca è letteralmente impossibile, abbiamo quindi bisogno di restringere l’area della nostra ricerca. Sappiamo che la casa dell’eremita si trova nei pressi dell’unico canneto del parco, inoltre riusciamo (attraverso una vecchia mappa) a restringere l’area della nostra ricerca. E’ difficile spiegare come siamo riusciti a compiere quest’impresa, posso dirvi che una buona dose d’intuito e fortuna spesso porta a risultati sorprendenti.

Siamo arrivati alla casa quando tutto sembrava perduto, eravamo ad un passo dall’arrenderci, quando abbiamo trovato la capanna è stata un emozione unica, osservare il filo spinato ancora presente intorno al perimetro della casa è stato sorprendente, ma è stato ancor più incredibile trovare la casa: immersa completamente all’interno d’un canneto, sembra un abitazione proveniente direttamente da una fiaba, questo è il suo vero fascino.

L’interno dell’abitazione è semplice e spartano, la porta è aperta, all’interno c’è una piccola stufa, e non mancano i punti dove potersi sedere. Non c’era il letto, questo fa supporre che l’eremita non vivesse qui, oppure semplicemente dormiva senza comodità. La struttura ricorda vagamente le tipiche capanne africane, il bagno la struttura più simile a quel genere di edifici. E’ anche presente un pozzo, dove sul fondo è possibile notare ancora dell’acqua. E’ sorprendente che una persona possa aver avuto la forza di costruire in un posto simile, l’edificazione di questa casa dev’essere avvenuta in un periodo lungo almeno due decenni, la costruzione è iniziata negli anni ’60 ed è stata terminata solo negli anni ’80. Sono anche convinto che l’eremita sia morto nei primi anni 2000, e quindi l’abbandono della struttura è avvenuti in seguito a quel periodo.

Chi era l’eremita? Non lo sappiamo. Possiamo dedurre che era una persona molto in gamba, con notevoli capacità costruttive e gestionaliEra anche un uomo creativo, con un grande senso artistico. Forse egli era alla ricerca di qualcosa di molto più prezioso dell’oro: la ricerca di se stesso. Condivideva il tempo anche con alcuni cani, questo per la presenza d’una strana cuccia all’esterno della casa. Forse non amava gli intrusi, e questo lo si può notare dalla presenza d’un cartello di proprietà privata ed il filo spinato tutt’intorno, mi chiedo ancora oggi quale storia possa esserci dietro questo personaggio che è diventato parte delle leggende locali in un parco estremamente misterioso ed affascinante.

Video:

Ho anche realizzato un video dettagliato di tutta queste bellissima avventura, il video completo lo potete vedere direttamente da qui: